Cento anni di Parchi. Scritti di storia delle aree protette italiane

di Luigi Piccioni, Università degli Studi di Camerino 2022Dalla Presentazione, a cura di Franco Pedrotti:

“I contributi di Luigi Piccioni, raccolti in questa antologia, giungono in un momento quanto mai opportuno: essi si riferiscono alla storia dei parchi, alla loro origine, al loro valore ambientale e scientifico, al contesto territoriale e politico nel quale si trovano, all’attività da essi svolta.
Dagli anni ‘20 ad oggi in Italia i parchi hanno assunto una grande importanza; dopo i quattro parchi nazionali storici (Abruzzo, Gran Paradiso, Stelvio e Circeo), è stata approvata la legge quadro sulle aree protette (1991), sono stati istituiti molti nuovi parchi da parte dello Stato, delle regioni e delle provincie autonome, a cui vanno ad aggiungersi le riserve naturali statali, regionali e delle associazioni ambientaliste (WWF, Federnatura, ecc.). Guardando una carta delle aree protette del nostro paese, si resta impressionati dalla quantità delle aree protette, che vanno dalle Alpi, all’Appennino al Mare Mediterraneo. L’Italia è sicuramente un paese che ha “protetto” il suo territorio e la sua biodiversità.
In un’occasione come quella del centenario, non si può fare a meno di porsi una domanda sull’efficacia del nostro sistema di aree protette e cioè “se” e “come” viene realizzata l’azione protezionistica al loro interno. Sicuramente, i parchi hanno permesso di salvare lo stambecco del Gran Paradiso, l’orso marsicano, il camoscio d’Abruzzo e molte altre specie faunistiche, hanno mantenuto paesaggi e ambienti straordinari che altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente perduti. Nel corso di questi ultimi anni, si è però verificata un’involuzione del concetto di parco, che oggi sovente è visto come luogo ove si possono svolgere le attività più disparate